FUNZIONI VESCICALI

DA NON FARE
  • Trattenere sistematicamente lo stimolo il più a lungo possibile
  • Svuotare la vescica al primo stimolo o fare svuotamenti troppo ravvicinati, minzioni precauzionali, per evitarne l’insorgenza. Questo non fa altro che diminuire la capacità vescicale e aumentare l’urgenza.
  • Spingere per urinare più velocemente
  • Bloccare la minzione (pipì stop) salvo per testare in via eccezionale il muscolo.
  • Bere al di là del bisogno: fa lavorare eccessivamente i reni, aumenta il numero di minzioni, dilata la vescica ed elimina vitamine.
  • Non bere alla comparsa del bisogno per evitare incidenti: questo è pericoloso per i reni e scorretto per il cuore e la pelle e aumenta il rischio di infezioni urinarie e stipsi.

 

DA FARE
  • Svuotare la vescica quando il bisogno è presente, senza attendere che diventi troppo “pressante”
  • Imparare a conoscere la qualità e la quantità di urina eliminata per valutare se l’entità del bisogno è correlabile alla quantità svuotata
  • accogliere alcuni suggerimenti di buon senso: l’odore molto forte dell’urina, il colore molto intenso e la consistenza torbida stanno a significare che è necessario bere di più; un’ urina chiara e poco odorante è segno di un buon equilibrio idrico; un’ urina completamente incolore segnala un eccesso di liquidi (attenzione agli asparagi provocano un forte odore nelle urine senza peraltro essere dannosi!)

FUNZIONI ANALI

DA NON FARE
  • Trattenere all’esordio del primo stimolo (e anche del seguente)
  • Stare seduti in modo scorretto, su vasi sanitari troppo alti, il tronco all’indietro, o per i bimbi con i glutei sprofondanti nel buco del WC
  • Spingere, gonfiando l’addome e bloccare l’espirazione per “fare scendere”
  • Utilizzare lassativi quando il problema è invece di blocco all’uscita (stipsi terminale)

 

DA FARE
  • Il segreto dello “svuotamento”: è necessario che l’ampolla rettale sia vuota tra le due defecazioni. Si evita il rischio che possa formarsi un “tappo”, un’ eccessiva produzione di gas, spinte scorrette e indebolimento del perineo.
  • Defecare all’insorgenza del primo stimolo, possibilmente dopo la colazione, oppure dopo i pasti principali, soprattutto per i bambini.
  • Adattare la posizione, eventualmente con un piccolo rialzo sotto i piedi per riprodurre la posizione accovacciata, piedi paralleli, tronco flesso in avanti come nei bagni alla turca.
  • Bere a sufficienza, adattare l’alimentazione affinché ci sia un buon equilibrio di fibre e di alimenti lassativi.
  • Individuare gli alimenti che provocano stipsi o che, invece, sono lassativi, scelta spesso molto personale.
  • Non utilizzare troppe fibre, perché facilitano la produzione di gas.
  • Se necessario, appoggiare una mano nello spazio tra vagina e ano per liberare le feci o scatenare il riflesso della spinta appoggiando le dita in vagina e spingendo posteriormente.

IN CASO DI PROLASSO

Il prolasso può evidenziare sia una debolezza costituzionale (per esempio un’ iperlassità o una qualità dei tessuti, il collagene in particolare, che non dipende dalla forza contrattile muscolare) sia errori nella gestione degli sforzi quotidiani e delle spinte. In tutti i casi è necessario “smettere di spingere”, e questo potrebbe significare: smettere di fumare se quella è la causa della tosse o gestire l’ intestino meglio, non praticare sport che aumentino violentemente le pressioni intraddominali, fare esercizi addominali in modo scorretto… è un lavoro di igiene quotidiana.

POSIZIONE SEDUTA

Si trascorre gran parte del tempo seduti su sedia, divani, sedili, veri strumenti di distruzione, non solo del perineo ma anche della schiena e di tutte le funzioni vegetative (respirazione, circolazione, digestione.

DA NON FARE
  • Appoggiarsi allo schienale “accasciati”
  • Incrociare le gambe

 

DA FARE
  • Modificare la posizione per avere almeno un angolo di 90° tra il femore e la schiena (in funzione dell’ altezza, utilizzare un piccolo sgabello), dimenticare lo schienale!
  • Appoggiarsi in avanti, su un tavolo o una scrivania per esempio, avambracci in appoggio, spalle rilassate.
  • Utilizzare eventualmente una palla come sedia, per lavorare al computer, per studiare, per giocare con il bimbo.
  • Per sedersi a terra utilizzare un accessorio di posizionamento, come il cuscino a microsfere

 

POSIZIONE VERTICALE

È molto difficile da mantenere, perché il dorso è poco tonico a causa del fatto che si mantiene spesso la posizione seduta. La posizione del bacino è frequentemente scorretta e si trasportano i carichi in modo errato.

DA NON FARE
  • Contrarre i muscoli addominali per “raddrizzarsi”
  • Trasportare pesi con le braccia distese e le spalle in avanti

 

DA FARE
  • Raddrizzarsi con una contrazione del perineo e dei muscoli femorali, anche se non è quello che generalmente viene insegnato. È necessario un buon appoggio al suolo per potersi allungare, raddrizzare la colonna e far sì che il dorso sia come trattenuto in una guaina, come uno zaino da montagna che assicura una continuità tra bacino e spalle.
  • Posizionare correttamente la testa come se si stesse trasportando un peso, spalle rilassate, petto in fuori.
  • Portare il peso del corpo leggermente più avanti del consueto, a metà dei piedi e non sui talloni, come quando si trasportano pesi sulla schiena.

 

A livello del perineo è bene che non ci sia peso, la posizione deve essere “bloccata” in basso, cioè in contronutazione dell’osso sacro, con i glutei tonici, ma senza una contrazione volontaria né dei muscoli addominali, né dei glutei, né del perineo. Si tratta di un tono posturale che permette la respirazione libera, senza pressioni a livello dell’addome, con un buon posizionamento dei visceri bloccati contro la colonna.

GESTIONE DEGLI SFORZI

Tutti gli sforzi, persino quello di girarsi nel letto, passare dalla posizione coricata a quella seduta, alzarsi da una sedia, sollevare un peso, spingere o tirare un oggetto, dovrebbero essere fatti con un’espirazione che parta dal perineo e faccia risalire gli organi. Questo è il solo mezzo per proteggere la schiena ed evitare di spingere il contenuto dell’addome verso l’avanti e il basso. In una donna in gravidanza, la corretta pratica di movimenti così semplici è importante, perché una gestione impropria degli sforzi sollecita spesso una contrazione dell’ utero. In caso di parto cesareo, un movimento mal condotto spinge sulla cicatrice e provoca dolore, ma se la donna contrae il perineo poi espira durante il movimento, non sente dolore, né spinta.

DA NON FARE
  • Bloccare l’espirazione o gonfiare l’addome durante lo sforzo
  • Cifotizzare la schiena per piegarsi in avanti
  • Inarcarsi per raddrizzarsi o prendere un oggetto in alto

 

DA FARE
  • Per abbassarsi, occorre piegare il tronco a livello del bacino, dorso dritto
  • È importante tenere la schiena dritta come se si portasse uno zaino rigido dal bacino alle spalle
  • È necessario piegare le ginocchia e rinforzare i muscoli delle cosce

 

DA SAPERE
  • Anche se il perineo non si muove, o così sembra, si provi sempre a realizzare il corretto posizionamento del bacino, facendo il gesto di portare il coccige verso l’avanti (portare la coda tra le gambe per l’animale); è possibile almeno “pensare” di stringere il perineo e soprattutto espirare facendo risalire gli organi e riducendo la pressione con la risalita del diaframma.
  • Caffè, tè, birra, vino, bianco, alcune acque minerali, alcuni frutti e legumi sono diuretici. Aumentano, quindi, la quantità di urina da eliminare in ragione della loro azione a livello renale.
  • Lo zucchero, così come l’aspartame, è un eccitante della vescica, alcune persone sono più intolleranti di altre allo zucchero, la vescica diventa ipercontrattile in presenza di bevande o alimenti zuccherati. Ben inteso, i diabetici sono direttamente coinvolti in  questo fenomeno, ma generalmente educati a equilibrarne l’ utilizzo.
  • I viaggi lunghi transoceanici e il modificarsi dei fusi orari tendono ad aumentare la quantità di urina prodotta e perturbare i ritmi di svuotamento, in particolare il ritmo giorno/notte.