IN CASO DI PROLASSO
Il prolasso può evidenziare sia una debolezza costituzionale (per esempio un’ iperlassità o una qualità dei tessuti, il collagene in particolare, che non dipende dalla forza contrattile muscolare) sia errori nella gestione degli sforzi quotidiani e delle spinte. In tutti i casi è necessario “smettere di spingere”, e questo potrebbe significare: smettere di fumare se quella è la causa della tosse o gestire l’ intestino meglio, non praticare sport che aumentino violentemente le pressioni intraddominali, fare esercizi addominali in modo scorretto… è un lavoro di igiene quotidiana.
POSIZIONE SEDUTA
Si trascorre gran parte del tempo seduti su sedia, divani, sedili, veri strumenti di distruzione, non solo del perineo ma anche della schiena e di tutte le funzioni vegetative (respirazione, circolazione, digestione.
DA NON FARE
- Appoggiarsi allo schienale “accasciati”
- Incrociare le gambe
DA FARE
- Modificare la posizione per avere almeno un angolo di 90° tra il femore e la schiena (in funzione dell’ altezza, utilizzare un piccolo sgabello), dimenticare lo schienale!
- Appoggiarsi in avanti, su un tavolo o una scrivania per esempio, avambracci in appoggio, spalle rilassate.
- Utilizzare eventualmente una palla come sedia, per lavorare al computer, per studiare, per giocare con il bimbo.
- Per sedersi a terra utilizzare un accessorio di posizionamento, come il cuscino a microsfere
POSIZIONE VERTICALE
È molto difficile da mantenere, perché il dorso è poco tonico a causa del fatto che si mantiene spesso la posizione seduta. La posizione del bacino è frequentemente scorretta e si trasportano i carichi in modo errato.
DA NON FARE
- Contrarre i muscoli addominali per “raddrizzarsi”
- Trasportare pesi con le braccia distese e le spalle in avanti
DA FARE
- Raddrizzarsi con una contrazione del perineo e dei muscoli femorali, anche se non è quello che generalmente viene insegnato. È necessario un buon appoggio al suolo per potersi allungare, raddrizzare la colonna e far sì che il dorso sia come trattenuto in una guaina, come uno zaino da montagna che assicura una continuità tra bacino e spalle.
- Posizionare correttamente la testa come se si stesse trasportando un peso, spalle rilassate, petto in fuori.
- Portare il peso del corpo leggermente più avanti del consueto, a metà dei piedi e non sui talloni, come quando si trasportano pesi sulla schiena.
A livello del perineo è bene che non ci sia peso, la posizione deve essere “bloccata” in basso, cioè in contronutazione dell’osso sacro, con i glutei tonici, ma senza una contrazione volontaria né dei muscoli addominali, né dei glutei, né del perineo. Si tratta di un tono posturale che permette la respirazione libera, senza pressioni a livello dell’addome, con un buon posizionamento dei visceri bloccati contro la colonna.
GESTIONE DEGLI SFORZI
Tutti gli sforzi, persino quello di girarsi nel letto, passare dalla posizione coricata a quella seduta, alzarsi da una sedia, sollevare un peso, spingere o tirare un oggetto, dovrebbero essere fatti con un’espirazione che parta dal perineo e faccia risalire gli organi. Questo è il solo mezzo per proteggere la schiena ed evitare di spingere il contenuto dell’addome verso l’avanti e il basso. In una donna in gravidanza, la corretta pratica di movimenti così semplici è importante, perché una gestione impropria degli sforzi sollecita spesso una contrazione dell’ utero. In caso di parto cesareo, un movimento mal condotto spinge sulla cicatrice e provoca dolore, ma se la donna contrae il perineo poi espira durante il movimento, non sente dolore, né spinta.
DA NON FARE
- Bloccare l’espirazione o gonfiare l’addome durante lo sforzo
- Cifotizzare la schiena per piegarsi in avanti
- Inarcarsi per raddrizzarsi o prendere un oggetto in alto
DA FARE
- Per abbassarsi, occorre piegare il tronco a livello del bacino, dorso dritto
- È importante tenere la schiena dritta come se si portasse uno zaino rigido dal bacino alle spalle
- È necessario piegare le ginocchia e rinforzare i muscoli delle cosce
DA SAPERE
- Anche se il perineo non si muove, o così sembra, si provi sempre a realizzare il corretto posizionamento del bacino, facendo il gesto di portare il coccige verso l’avanti (portare la coda tra le gambe per l’animale); è possibile almeno “pensare” di stringere il perineo e soprattutto espirare facendo risalire gli organi e riducendo la pressione con la risalita del diaframma.
- Caffè, tè, birra, vino, bianco, alcune acque minerali, alcuni frutti e legumi sono diuretici. Aumentano, quindi, la quantità di urina da eliminare in ragione della loro azione a livello renale.
- Lo zucchero, così come l’aspartame, è un eccitante della vescica, alcune persone sono più intolleranti di altre allo zucchero, la vescica diventa ipercontrattile in presenza di bevande o alimenti zuccherati. Ben inteso, i diabetici sono direttamente coinvolti in questo fenomeno, ma generalmente educati a equilibrarne l’ utilizzo.
- I viaggi lunghi transoceanici e il modificarsi dei fusi orari tendono ad aumentare la quantità di urina prodotta e perturbare i ritmi di svuotamento, in particolare il ritmo giorno/notte.